Dopo una veloce gita di 4 giorni a Berlino le impressioni sono solo che positive, molto di più di quello che mi aspettavo, tanto che il rientro è un po' triste e sotto un certo punto di vista anche un po' avvilente.
Ho visto una città letteralmente invasa dai giovani. Piazze, giardini pubblici, metrò, strade e locali tutti pieni di giovani, a qualsiasi ora del giorno e delle notte. Giovani di tante razze, tante nazionalità e di tante estrazioni sociali che convivono, si divertono e crescono insieme. Senza pregiudizi e soprattutto senza paura (purtroppo tanto di moda in Italia). Una caratteristica peculiare che si nota fin da subito è la tolleranza e l'assenza di pregiudizi, tutti sono un po' strani ma nessuno si guarda in modo strano. Si respira una certa aria di libertà, ognuno è libero di essere se stesso. Infatti, mi hanno detto, i berlinesi seguono il motto di Federico il Grande che diceva: Vivi e lascia vivere. L'impressione è quella di una città viva, che cresce e che si rinnova.
Un posto incredibilmente interessante, innovativo e dal cuore pulsante. A volte sembra molto frivola a volte molto impegnata, in entrambi i casi seducente. Sembra che situazioni strane ed opposte convivano dando vita ad un ambiente molto curioso e stimolante. Un mix tra creatività e razionalità. Una città che dopo essere stata rasa al suolo dall'ultima guerra e dopo divisioni imposte da regimi e da muri sta rinascendo, si sta ricostruendo sia socialmente che architettonicamente.
Eppure difficoltà sociopolitiche mi sembra ne abbiano avuto anche loro, forse peggiori di quelle italiane. Forse loro sono meno presuntuosi, arroganti e "furbi".
Meno male che almeno le partite di calcio le vinciamo noi.
Comunque il cielo sopra Berlino mi piace di più.
Auf Wiedersehen Berlin.
Auf Wiedersenhen Matteo.
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